Mentre Robinson Crusoe, durante uno dei molteplici viaggi in mare, si stava recando alla volta della Guinea per catturare alcuni uomini da rivendere poi come schiavi. A causa di una distruttiva tempesta caraibica, tuttavia, la nave sulla quale stava viaggiando fu spazzata via ed egli si ritrovò arenato su un'isola tropicale:
"posso descrivere io
medesimo la confusione de’ miei pensieri allorchè mi trovai immerso
nell’acqua; perchè se bene io sia abilissimo notatore, non potei
liberarmi dalle onde tanto da prender fiato, finchè l’onda che mi avea
condotto, o piuttosto trascinato per lungo tratto verso la spiaggia, non
fu tornata addietro, lasciandomi quasi a secco sopra la costa, ma mezzo
morto per l’acqua che aveva bevuta. Una certa previdenza e le poche
forze rimastemi, mi secondarono abbastanza per levarmi in piede, appena
m’accorsi di essere più vicino alla terra ferma di quanto mi fossi
aspettato; onde mi sforzai di correre verso questa con ogni possibile
celerità prima che un’altra ondata tornasse ad investirmi; ma mi apparve
subito l’impossibilità di evitar questo sconcio, perchè vedeva il mare
corrermi dietro alto come una gran montagna e furioso come un nemico
contro al quale io non avea mezzi per resistere o guerreggiare. Tutti i
miei espedienti allora si riducevano a tenere il fiato, ed alzarmi su
l’acqua se avessi potuto, indi nuotando e serbandomi, fin che ci
riusciva, a galla per conservarmi la respirazione, veder di condurmi da
me medesimo verso la spiaggia. La mia maggior paura si era che l’onda,
dal cui arrivo sarei stato trasportato verso la terra, nel retrogredire non mi trascinasse nuovamente seco nel mare"
In seguito a questa tempesta il protagonista si trovò a passare ben 20 anni sull'isola, di cui ben 12 di assoluta solitudine.
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